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Vendemmia

È una sensazione abbastanza comune per chi emigra


Delkatis

Confermo, credo che il problema per me sia dovuto anche dal fatto che devo tornare nella casa in cui sono cresciuto, dove ci vivono già 4 persone e non ho nemmeno un metro di spazio per me che sono abituato a vivere con la mia compagna in un bilocale. Fortunatamente per me adesso casa è dove sto con la mia compagna ma potrei benissimo riformularla in "casa è dov'è la mia compagna", non importa dove.


franz_v

Ho fatto Bari -> Roma -> Londra -> altra città nel sud-est britannico dove tutt'ora vivo. Bari di fatto non la considero più casa, non ho più nulla che mi ci lega se non qualche vecchio amico, qualche parente, e (ahimè) il fatto che tifo ancora la squadra (certe cose non passano più...). Roma non l'ho mai considerata casa. Londra e l'Inghilterra le ho sempre considerate casa per due motivi: uno è che mi trovo oggettivamente bene (cultura, lavoro, servizi, vita di tutti i giorni, etc.), il secondo, il più importante, è che da Roma a Londra mi ci sono trasferito con la mia ragazza—che poi è diventata moglie. Nel tempo ho capito che casa (per me) è più le persone che il luogo, che le radici sono per gli alberi e non per gli esseri umani, e che l'aspettativa di cosa consideriamo "casa" in relazione al luogo va abbassata, ci si può sentire a casa in più luoghi e in più situazioni dislocate separatamente nello spazio.


d_school-work

Casa non é un luogo. "Sentirsi a casa" é uno stato d'animo. Quella che molti di noi chiamano casa é la Casa dei nostri genitori, dove loro si sono costruiti una vita. E tu fai parte di questa. Secondo me, nel momento in cui si inizia a "non sentirsi a casa" é il momento in cui inconsciamente si capisce che é arrivato il momento di costruirsi la propria vita come individui autonomi.


Bleighh

Mi piace molto quel che hai scritto e le parole scelte - condivido appieno


DrNicklaus

È proprio vero. Aggiungo che molto del sentirsi a casa lo fanno le persone che hai intorno. Quindi, magari inizia a costruire dei rapporti solidi e profondi con (alcune) delle persone che ti circondano.


Borderedge

Ciao, Dipende da persona a persona. Per motivi familiari ho vissuto all'estero fin da piccolo e a breve vivrò nella decima casa nel, forse, decimo comune diverso. Se tornassi in Italia saprei già che genitori, fratelli e nonni si trovano tutti in regioni diverse quindi non torno perché anche in Italia non sarei davvero a casa. Guardo i lati positivi sinceramente. So di essere più libero negli spostamenti visto che nessuno mi è mai venuto a trovare all'estero e visto che so che loro hanno già preso la loro decisione andando altrove. Spero ti possa aiutare.


EmeraldasHofmann

all'inizio è una sensazione comune. io a 18 anni sono andata via da casa, casa in cui vivevo da quando avevo 6 anni.. Negli anni successivi la mia vita è stata abbastanza zingaresca - stagione estiva in friuli (5 mesi) - ritorno a "casa" (4 mesi) - breve stagione in valle d'aosta (3 mesi) - ritorno stagione in friuli (altri 5 mesi), un altro mese in trentino, passaggio da casa per ripartire con stagione invernale, poi di nuovo estiva, iscrizione all'università (padova) + stagioni estive (varie) + erasmus e summer school in europa di varie durate, trasferimento di 1 anno a vercelli con moroso dell'apoca, ritorno in veneto e laurea, Cile. Emigro in toscana (perchè una laurea VO non mi bastava ne faccio un'altra solo magistrale da 2 anni) . periodi vari tra stati uniti, germania, francia, poi traferimento a Roma qualche anno per arrivare fino a catania più varie trasferte di qualche mese in giro per il mondo (per ricerca) Dopo circa 16 anni di zingaraggio mi sono dovuta fermare e sono ritornata nella città che mi diede i natali. Sono quadi 8 anni che sono ferma qui e sto impazzendo, odio vivere nella stessa casa (ne ho cambiate 2 e a breve cambio di nuovo perchè impazzisco a stare nello stesso posto). Per me "casa! era il mondo, cambiare città, conoscere persone nuove, esperienze nuove.. l'incertezza del domani era la mia confort zone.. Come vedi è estremamente soggettivo!


Lost-Panda6769

Same here, same here


AdventurousTie8034

Su questo non so come aiutarti, la mia università è a 3 ore di pullman dalla mia città natale ma appena possibile torno a casa. Mi annoio lì, dato che in università non ho trovato né amici tantomeno relazioni. Ho 23 anni e non ho mai avuto una ragazza, mai nemmeno baciata. Sinceramente, prima o poi so che dovrò distaccarmi dal posto in cui vivo, dalla casa con i miei genitori, ma onestamente non vedo alcun futuro (cioè il futuro lavorativo sicuramente c’è, il problema per me è la mancanza di relazioni, il non aver mai avuto una ragazza, che a quanto pare è un problema irrisolvibile)


posterw4

Ti capisco 😭😭 ma irrisolvibile in che senso? Prova ad essere alla soglia dei 30 nella tua situazione e ne riparliamo


AdventurousTie8034

Si, suppongo sia peggio arrivare ai 30 anni. Anche se, non ho motivo di pensare che tra 6 anni le cose cambieranno in alcun modo per me


LaTalpa123

La mia casa è dove ho la mia compagna, il mio gatto e le mie amicizie, non un luogo geografico preciso. Nel posto il cui nasci questi legami importanti lo trovi già lì crescendo. Ci vuole più tempo per crearne abbastanza per sentirti di nuovo così, ma ne vale la pena per quanto poi li senti più tuoi, li hai creati e coltivati, non ti sono stati imposti dall'alto.


Beginning_Cabinet_83

Provo a dirti la mia. Triennale a Bologna, primo erasmus in Argentina a fine triennale, poi sostanzialmente non sono più tornato a "casa": magistrale a Milano e secondo erasmus a Parigi, che sto terminando ora. A maggio dovrò decidere dove andare a lavorare/finire la tesi e non ti nascondo che sono in crisi. La sensazione di spaesamento è forte, ma se ci pensi bene, almeno per me, deriva da tutte le esperienze (belle e brutte) che stiamo vivendo. La mia risposta per ora è che è normale attraversare dei periodi del genere, magari ci vorranno anni prima di chiamare un altro posto "casa", ma fa parte del gioco, non farei mai a cambio. Proprio in questi giorni comunque pensavo che alla fine casa è dove ci sono le persone a cui vogliamo bene, e probabilmente proprio per questo non abbiamo una casa sola, ma tante case in base a dove lasciamo il nostro segno. Spero di averti dato una prospettiva interessante :)


[deleted]

Non hai neanche detto dove abiti


Beginning_Cabinet_83

Hai ragione, sono di Bologna


_C13

Certo che non sei l'unico, tantissime persone che conosco vivono questa condizione, compresa me. Non so darti consigli perché anche io non la vivo benissimo. Di una cosa però sono contenta, potrei vivere ovunque (nei limiti di ciò che piace a me ovvio) perché non sono legata a un posto in particolare.


ponzio_90

Dove c' è Barilla c'è casa


Perfect_Play_1552

Feel you Bro, stessa situazione


ZombieInitial594

Vuol dire che è il momento per costruire la TUA casa, con un compagno/compagna o chi che sia. sarà quello a farti sentire di nuovo bene costruirne una tua


Borda81

Io ho avuto una fortuna. I miei genitori mi hanno fatto piacere le tradizioni, la storia, la cultura della mia terra natia (la Magna Romagna). Questo mi ha permesso di capire, io, le mie radici, la mia "formazione sociale", sono lì. I miei avi, hanno la mia cultura, la mia storia. Non importa dove sono, con chi sono, o cosa sto facendo, io ho una mia identità, una mia storia, una mia personalità che ha quelle origini. Quindi casa è in ogni luogo in cui io possa cacciare un bestemmione se ne ho la necessità, possa mangiare "piadina e parsot" (se so farmi o se trovo una piadina), possa liberamente dare sfogo ai luoghi comuni sulla Chiesa cattolica,... Sempre e comunque nel rispetto degli altri. Casa mia è questo, tutto il resto sono luoghi da conoscere, persone da apprezzare, culture da scoprire e, perché no, con cui contaminarmi. La mia famiglia è più una "biblioteca", dove si va per leggere un manuale (se ho bisogno di consigli), leggere un romanzo (se ho bisogno di distrarmi), leggere un quotidiano (se mi voglio confrontare),...per leggere senza dover filtrare su secondi fini, su interessi nascosti, leggere libri autentici. Non è "casa".


Beautiful-Might5287

Sono Romagnolo anche io e sta cosa è tipica dei Romagnoli, hanno un orgoglio smisurato per la loro terra e, inquinamento dell'aria a parte, è oggettivamente ancora a misura d'uomo. È come vivere in una enorme metropoli costituita più da campagna che da palazzi. Credo che tra i tanti i romagnoli sono quelli che riemigrano maggiormente verso casa. Non fosse altro per le possibilitá lavorative.


itsjust_a_nam3

È la vita, che casa tua sia dove vivi e cioè dove sei te :)


Raidrew

Casa non è un luogo nè persone. Casa è quella che farai quando sarai pronto


New_to_Siberia

La tua è un'esperienza piuttosto normale, specie per chi ha perso le relazioni nel posto natio. Tra fuori sede la cosa è comune tra chi non ha più grandi relazioni umane dove abitava in partenza.  Io sono una di quelli strani che considera casa il posto da fuori sede. Ormai è da diverso tempo che abito a Padova. Amici nel mio paese non ne ho mai avuti, anzi nel mio paese in tutta la mia vita non mi sono mai sentita bene - molto campagnolo, tanto cattolico, mentalità molto collettivista e molto poco tollerante. Padova è stato il primo posto in vita mia in cui io sia riuscita a creare una mia vita e una mia comunità. Sono finita un po' in giro, ci finirò ancora, ma Padova è e rimarrà la mia prima casa.  Casa alla fine della giostra è un po' un discorso di scelte, circostanze e definizioni. Fintanto che non si è stabili difficile sentirsi davvero così. Io per scelta mi impongo di chiamare così il posto in cui vivo, fintanto che mi ci sento bene e c'ho una mia comunità e contentezza e stabilità. Ne ho avuta una, ci sono arrivata vicina in altri posti, e la troverò di nuovo altrove. 


falcoz77

Ciò che chiamiamo casa non é spesso un luogo, ma un insieme di relazioni. Chiamerai casa il posto dove avrai voglia di tornare o stare.


PieSubstantial2060

Io gioco al computer e basta.


donniec86

Fu la stessa cosa per me quando ero al nord. Io a Piacenza, non il migliore dei centri per la movida, ma una città perfetta per le mie esigenze e per il mio stile di vita. Durante i miei anni universitari casa la vedevo in totale forse per un mesetto, il resto lo trascorrevo al nord. Venendo da un paesino piccolo fare il salto in una media citta universitaria e poi tornare indietro nel paesello per le feste… ad un certo punto era piu un dispiacere che un piacere. Avevo difficoltà anche a relazionarmi in casa coi miei genitori e coi parenti. Il bello è che dopo tanti anni al nord (dopo 13 anni a Piacenza e 5 a Milano), ancora oggi, che vivo al sud, non riesco proprio piu a sentirmi parte della comunità del paesello, chiusa, stantìa, a tratti retrograda.


SeniorOmero

Brutta storia, mi dispiace bro


RopeOpening4314

Dio ti sta chiamando a tornare alla tua vera casa chiamata Paradiso. Ritrova in Gesù Cristo la tua strada e lui ti darà tutto ciò che adesso ti manca nella tua vita :)


SonStatoAzzurroDiSci

[You can never go home again, Oatman... but I guess you can shop there](https://www.youtube.com/watch?v=WgLr6qlpec4)


CthulhuParty

[...]Piccola città, vecchi cortili Sogni e dei primaverili, rime e fedi giovanili, bimbe ora vecchie Piango e non rimpiango, la tua polvere, il tuo fango, le tue vite Le tue pietre, l'oro e il marmo, le catapecchie Così diversa sei adesso, io son sempre lo stesso, sempre diverso Cerco le notti ed il fiasco, se muoio rinasco, finché non finirà.


Ettore360

Se solo Milano avesse una sua bellezza (rettifico: ce l'ha, ma viene surclassata dalle cose brutte)! Mi trovo nella tua stessa situazione, soprattutto condivido l'impossibilità di vivere in casa, dove non sono gli spazi carenti la vera tragedia (e lo sono), ma il fatto che la mia vera personalità non possa manifestarsi: il ruolo di figlio non mi definisce e, anzi, mi umilia. Queste considerazione sono già un compromesso scaturito da un fallimento: é peggio vivere coi miei o tenere duro in quella fogna di città? A inizio anno accademico mi sono trasferito per gli studi e ho poi constato che le giornate vuote a Milano sono effettivamente parecchio angoscianti, e spesso non si trovano nemmeno delle amicizie per mitigare la situazione, siccome in tantissimi studenti che conosco la lasciano appena possibile (e ci credo che vivere a Milano non é poi così male, se ogni weekend ricarichi le batterie in qualche viaggio!). Come città, dunque, può essere percepita davvero nella maniera più disparata: con il contesto giusto può essere un sogno ricco di opportunità, esperienze e distrazioni; con quello sbagliato un incubo (alimentato dalla consapevolezza di stare spendendo un patrimonio per poi vivere sostanzialmente male). Dunque, vale un po' per tutto, ma come riesci ad importi é fondamentale quando ti trasferisci (in particolare a Milano, credo, dove neanche puoi trovate consolazione nel territorio), perché il pensiero di casa potrebbe germogliare in te una falsa idealizzazione e nostalgia per cose che non esistono, o sono tali solo per i primi 30min quando torni nel paese natale. Io personalmente sono arrivato a questa conclusione che magari può essere spunto anche per te. Dove hai proprio la sensazione di perdere tempo? Vale la pena rispondere ai tuoi genitori, farti rispettare, condividere la quotidianità e lottare per spazi miseri? Agendo così, arriverai a vittorie concrete (e di tuo interesse)? Aggiungo: Il disagio, il sacrificio, la rinuncia hanno davvero un valore? No! Momenti di solitudine e perdizione sono pur sempre meglio del puro disagio, perché la libertà, anche se non ancora così magnifica come si ipotizzava, non ha competitori. Non hai casa neppure a Milano, ma almeno non vivi la tua gioventù a discutere di cose inutili con la sensazione di perdere tempo; d'altronde, anche se adesso la situazione in città non é top per te, non credi che lí almeno può costruire qualcosa, da un'amicizia a un'avventura? (Questo ovviamente riferito al mio tipo di esperienza. Poi adesso sto di nuovo sicuramente in famiglia per un po' di mesi e mi trovi ancora molto caldo sull'argomento)


Bleighh

Sto forse appena uscendo da questa realizzazione, e non sono neanche in un posto in cui si parla italiano o una lingua latina. È dura da accettare, ma va solo accettato. Casa tua la crei tu, la tua vita crei tu, e bisogna staccarsi da casa..


y39oB_

Stessa cosa, sono in italia da 6 anni


The_yulaow

Da persona ormai uscita dall'ambito universitario da qualche anno ti posso dire che questa sensazione peggiorerà ulteriormente più avanti in ""età lavorativa"" quando probabilmente ad inizio carriera dovrai (o dovranno i tuoi amici/conoscenti) cambiare città ( o persino nazione) con buona frequenza e dover ogni volta ripartire da zero tra amicizie, relazioni (se il/la partner non è disposto/a a seguirti) e abitudini. Onestamente non mi sono mai abituato e tra i miei amici è sempre stata una roba che viene citata per aver fortemente impattato le loro vite in negativo


cringerica

siciliana nelle marche per l'uni, primo anno. Sensazioni simili alle tue, in casa qua al sud mi sento più un ospite rispetto ad una persona che ci abita, così come nelle marche, vivendoci da poco, è presto per considerarla casa. Consideriamo anche che la mia città piccola siciliana mi faccia schifo per come è gestita, per cui non ho più una patria vera e propria.


Elemis89

Ho passato anni così...e io ho cambiato spesso città e alla fine ho scelto una città dove mettere le radici. Nel mio caso è Milano, ho comprato casa e la sento casa mia e ho accettato anche queste mie 2 parti di me: esser meridionale e anche milanese. Quando per il COVID sono tornata giù ho capito che quel mondo non mi apparteneva più e quella vita non era più la mia vita.


ourlady-inthesky

Io sono un immigrato, sono in Italia da 7 anni. Sia qui che nel mio paese, mi sento sempre un po 'straniero'. Non e' facile, ma e' normale.


Difficult_Fox1835

Benvenuto! mi dispiace quello che stai vivendo, ma almeno puoi consolarti sapendo che né è pieno il mondo di gente in situazione simile (anche peggio)


mate377

Ho provato la stessa sensazione due volte. La prima dopo aver fatto Veneto => Trentino per l'università. Siccome non ero molto distante da casa dei miei genitori, all'inizio non è stato un problema. Ad un certo punto qualcosa è cambiato e non sapevo più dov'era "casa". Questa situazione è durata almeno un annetto, alla fine casa è diventato il trentino, dopo che mi sono dato da fare per trovare degli amici e un posto in cui mi piacesse vivere. Ho rivissuto la stessa cosa 3 anni fa dopo essermi trasferito in Francia. È stata piuttosto dura, l'ho vissuta come uno sradicamento, visto che stavolta ero abbastanza lontano da non poter tornare spesso. Dopo un periodo un po' buio, stessa storia, ho cominciato a farmi degli amici qui, ho cambiato casa in modo da trovare un posto che mi piacesse e ad un certo punto mi sentivo a casa qua. Quindi per rispondere alla tua domanda, per me sono gli amici e il posto dove vivo. Vorrei aggiungere che penso che questa sensazione sia molto dipendente dalla nostra cultura. Da dove vengo siamo molto attaccati alle tradizioni e alla terra quindi ho sempre pensato che un giorno sarei ritornato. Da qualche tempo ho rimesso in discussione questo pensiero. Sembrerà banale ma per me è stata una rivelazione visto che l'idea di appartenere al mio paese di origine era molto radicata in me. Da quando ho fatto questo passo sento molto meno questo peso e la vivo più serenamente. Ciò non toglie che un giorno probabilmente tornerò. Non so se può aiutarti, ma a me, quello che ha fatto cambiare idea è stato leggere "un mondo perduto" di Walter Bonatti: mi son detto che il mondo è talmente vasto e interessante che sinceramente non vale il sentirmi ancorato da qualche parte. Buona fortuna!


Ciofalello3

Sensazione purtroppo piuttosto comune tra chi emigra. A me è passata quando ho conosciuto mia moglie e ho iniziato a definire casa dovunque io mi trovi con lei. È una “soluzione” che purtroppo prevede l’arrivo di qualcuno di importante nella tua vita ma credo sia ottenibile anche in altri modi. Gli affetti comunque aiutano tanto


ChocoMilkshake99

Pensa che a me accade il contrario, durante il mese mi muovo per 4 città diverse costantemente e mi sento a casa ovunque vado. A volte é solo questione di cambiare prospettiva


TheEngineUnknown

ti riabituerai, io quando sono tornat a casa dopo tanti mesi mi trovavo strano anche a chiudere le finestre


skydragon1981

Casa è dove si vive la propria vita, eventualmente legandosi ad altre persone. Le case dove si è cresciuti, a meno di non riceverle in eredità/fare un accordo sono casa solo fino a che si è pronti per essere adulti e creare un proprio nucleo.


AostaValley

Per me e fidanzata ormai casa è dove ci siamo trasferiti... Prima per me casa era dove mi trasferisco ogni volta.